Quando si parla di scuole di tennistavolo, una delle domande più frequenti è se sia più giusto seguire la scuola europea, o quella cinese. Per me ogni esperienza , che sia internazionale o nazionale, contribuisce ad aprire la mente aumentando le conoscenze.
Nella formazione dei bambini gli aspetti su cui lavorare non possono certamente divergere alle varie latitudini: è uguale per tutti la crescita motoria, come impugnare la racchetta, come impattare la palla, il tempo sulla palla, lo spostamento del corpo prima dei colpi. Tuttavia molte sono le variabili: le priorità che ogni coach da a questi segmenti, il gesto tecnico che non ha mai una sola interpretazione, ma risponde a criteri di efficienza individuali, e soprattutto la mentalità degli atleti. Avere a che fare con ragazzi cinesi, piuttosto che africani, cambia molto. Dovrò quindi tenere in considerazione aspetti sociali e culturali, e il carattere di ogni singola persona che dovrò cercare di conoscere il più possibile creando una relazione da coltivare. Ho notato tecnici nazionali che entrando nelle palestre dei club, fanno fatica anche a salutare i presenti. Mi viene di pensare: ma come possono creare relazioni e mentalità di gruppo con questo atteggiamento?